Camp Darby si amplia. La guerra è sotto casa!

CAMP DARBY SI AMPLIA.

LA GUERRA è SOTTO CASA!

L’inferno della guerra, della devastazione, dei campi profughi sembra così lontano dalle nostre città, dal nostro tran-tran quotidiano al nostro shopping natalizio. Si bombarda anche in nome nostro, eppure la cosa non sembra turbarci. Ma non si può pensare che uno Stato in guerra (come il governo italiano, il quale ha le proprie truppe in decine di Paesi del mondo) non utilizzi dei metodi militari contro la popolazione anche all’interno dei propri confini. Non si può pensare che corsa agli armamenti, nuovi basi militari, missioni con l’esercito in mezzo mondo non abbiano ricadute su di noi.

Basti pensare che Camp Darby è la base militare statunitense tra le più grandi d’Europa, situata tra Pisa e Livorno nel parco di San Rossore. Entro Natale un maxi cantiere comincerà l’ampliamento di Camp Darby per la costruzione di un nuovo tronco ferroviario che servirà ad alimentare i depositi di armi e munizione della base militare.

Il progetto prevede il taglio di 937 alberi che dovranno far posto alle linee ferroviarie destinate a modificare il paesaggio tra Pisa e Livorno, con l’autorizzazione dell’Ente Parco, mentre Cimolai Spa, la società di Pordenone che si occupa delle infrastrutture, si è aggiudicata l’appalto di circa 40 milioni di dollari per spostare dalla strada alla rotaia il trasporto di merci ed armi all’interno dell’enclave a stelle e strisce. Terna, che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica in alta e in altissima tensione in tutta Italia, collabora pure: ha firmato la convenzione con Cimolai per l’interramento della linea elettrica.

La guerra può essere vista come uno dei cuori di questo mondo senza cuore: se la guerra sul fronte esterno serve per il controllo ed il dominio delle risorse e il controllo geopolitico di intere regioni, la guerra sul fronte interno riguarda la pacificazione sociale e la repressione di qualsiasi conflitto. Due forme di guerra che si intrecciano e si condizionano a vicenda, dalla produzione bellica alla propaganda, dalla presenza dei militari nelle strade e nelle scuole alla militarizzazione dei cantieri delle Grandi Opere.

Ad esempio a Pisa assistiamo alla militarizzazione delle strade con l’Operazione Strade Sicure, ad ordinanze antidegrado per cercare di impedire un certo tipo di socialità con lo scopo di sterilizzare la città, al daspo urbano nelle piazze da cui si vogliono cacciare gli ambulanti per rendere in particolare il centro il più turistico possibile, alla videosorveglianza sempre maggiore.

Tanto sul fronte esterno che su quello interno della repressione del conflitto sociale, chiariamo il fatto che chi fa la guerra non va lasciato in pace.