L’11 luglio 2003 muore a Livorno, nel carcere Le Sughere, Marcello Lonzi di 29 anni. Marcello venne arrestato per tentato furto e condannato a nove mesi di reclusione; dopo quattro mesi morì in carcere.
L’autopsia rilevò la presenza di otto costole rotte, due denti spezzati, due buchi in testa, di cui uno profondo fino all’osso con tracce della vernice blu scura delle sbarre della cella, mandibola, sterno e polso fratturati.
Nonostante ciò, secondo il parere del medico legale Alessandro Bassi Luciani, la morte fu dovuta “a causa naturale, e cioè a sindrome della morte improvvisa conseguente, con maggior probabilità, ad aritmia maligna in soggetto portatore di ipertrofia ventricolare sinistra e di coronasclerosi con severa stenosi del ramo discendente della coronaria sinistra.
Coloro che difendono il potere e la tortura hanno avuto il coraggio di dire che le ferite sono state causate dalla caduta di Marcello contro le grate della cella al momento dell’infarto.
Lo stesso anno Bassi Luciani verbalizzò un’altra “morte d’infarto” per coprire la verità su di un trentenne, detenuto e morto nel carcere di Pisa a causa di una crisi asmatica dovuta alla mancanza di un nebulizzatore nella cella di isolamento in cui era rinchiuso; morte pervenuta dopo cinque ore di agonia.
Oggi 15 giugno 2017 siamo qui, davanti all’Istituto di Medicina Legale, luogo in cui attualmente lavora quel pezzo di merda di Alessandro Bassi Luciani, a urlare che noi non dimentichiamo la sua collaborazione con le istituzioni nell’insabbiare le morti per mano dello Stato.
Con Marcello e con tutte le persone uccise dal carcere.
Pisa, giugno 2017 La Ciurma del Galeone Occupato