La notte tra l’11 e il 12 luglio quattro compagn* del Galeone Occupato di Pisa sono stat* fermat* in pieno centro, da più di una decina di poliziotti e digos armati, che non hanno esitato a puntare le pistole verso le persone fermate, offendendole, minacciandole e maltrattandole, per poi portarle in questura.
Ecco un’altra operazione antiterrorismo che ha consentito ai difensori della Legge di sequestrare 3 bombolette spray e, in seguito, di mettere in stato di fermo un nostro compagno.
L’accusa per tutt*, a cui come sempre si ricorre quando non si ha nulla a cui poter appigliarsi, è quella di “resistenza a Pubblico Ufficiale aggravata”. Un’ulteriore pratica repressiva, quest’ultima, che va a sommarsi a molte altre, garanti dello stato attuale di repressione sociale di cui è permeato l’inferno chiamato società in cui viviamo.
Forme repressive di questo tipo non possono che avere un solo obiettivo: ostacolare tutte quelle pratiche, individuali e/o collettive, che mirano a creare spazi di conflitto ed autogestione, che suscitano momenti di ribellione e liberazione. Spazi, come il Galeone Occupato, in cui le idee trovano terreno fertile e l’apatia è soffocata, in cui il sogno di un mondo diverso e la rivolta trovano respiro, in cui nessuna paura insensata generata da poteri e istituzioni potrà mai indebolire la nostra unione, alimento e forza delle nostre lotte.
Domani, 13 luglio, alle ore 9:30, ritrovo sotto il tribunale di Pisa, in Piazza della Repubblica, per portare solidarietà al compagno in stato di fermo.
Pisa, 12 luglio 2017
Anarchiche e anarchici